Eremo San Giorgio

Alziamoci, dunque, una buona volta,
dietro l'incitamento della Scrittura che esclama:
"E' ora di scuotersi dal sonno!
e aprendo gli occhi a quella luce divina
ascoltiamo con trepidazione ciò che ci ripete ogni giorno
la voce ammonitrice di Dio:
" Se oggi udrete la sua voce, non indurite il vostro cuore!"
e ancora: " Chi ha orecchie per intendere, ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese!".
E che dice? " Venite, figli, ascoltatemi, vi insegnerò il timore di Dio.
Correte, finché avete la luce della vita,
perché non vi colgano le tenebre della morte".

RB, Prologo, 8-13

Iniziative della comunità

Il sabato pomeriggio alle ore 17.15, si propone un incontro di approfondimento intorno ai testi della liturgia della domenica successiva.

Questo incontro ora può essere seguito anche on-line, chiedendo di essere inseriti nel gruppo apposito a fr. Lorenzo Saraceno.

In Avvento e in Quaresima il pomeriggio della domenica alle ore 16.00, sotto la guida di un fratello della comunità, sono proposti incontri di approfondimento biblico-spirituale legati al tempo liturgico.    

Questo il programma per l'Avvento 2024:

  1. domenica 1 dicembre 2024

“Ecco sto alla porta e busso” (Ap. 3,20)

 

  1. domenica 8 dicembre 2024

“Loda il Signore anima mia” (Sal. 146[145])

 

  1. domenica 15 dicembre 2024

“Sono venuto a gettare il fuoco sulla terra”

(Lc 12,49-53)

 

  1. domenica 22 dicembre 2024

“Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così” (Lc 12,36-42)

Ecco sto alla porta e busso

Ecco, io sto alla porta e busso: se qualcuno ascolta la mia voce e apre la porta, io entrerò da lui e cenerò con lui ed egli con me (Ap. 3,20). Questa parola ben nota dell’Apocalisse di Giovanni è tra quelle che meglio esprimono il clima spirituale con cui poter vivere il tempo liturgico dell’Avvento. L’imminenza di una visita del Signore, e la necessità di gestirne l’attesa in modo adeguato che ne consegue, sono certamente un tema importante del libro dell’Apocalisse e della tradizione legata all'evangelista Giovanni, ma questa dimensione della vita di fede è caratteristica di tutta la Chiesa delle origini. Ad essa è strettamente legato un titolo cristologico del Nuovo Testamento che è forse meno diffuso nella comune percezione del credere nel Signore Gesù Cristo, ma non per questo meno rilevante nella fede della Chiesa delle origini: quello del “Veniente” (cf. per es. Mt 11,3; 21,9, Gv 7). Credere in Cristo Gesù per i primi cristiani è insomma credere nel Veniente, colui che sta alla porta, che bussa, la cui venuta (il cui ritorno) è determinante per il destino delle persone e della storia.

Questa fede veniva espressa con l’espressione Marana tha, Vieni Signore Gesù! Ce lo attesta già Paolo il quale, intorno al 55 d. Cr., in uno dei più antichi scritti cristiani, nel suo indirizzo finale di saluto, formula in questi termini quella che è forse la più antica delle invocazioni a Gesù Cristo Signore a noi pervenuta, probabilmente già entrata nell’uso liturgico, dicendo: Se qualcuno non ama il Signore, sia anàtema! Maràna tha! La grazia del Signore Gesù sia con voi. Il mio amore con tutti voi in Cristo Gesù! (1 Cor 16,22)

L’idea della imminenza ha così caratterizzato certo clima apocalittico delle origini e di alcuni movimenti più o meno marginali nella storia della spiritualità cristiana, attraversata spesso, soprattutto nei tempi difficili, da vene millenaristiche sostenute da chi pensava imminente anche la fine della storia e delle sue contraddizioni.

Anche nel nostro tempo non è certamente venuta meno la percezione di un clima di incertezza dei nostri destini collettivi e personali, che potrebbe rendere tanto più attuale una speranza messianica che sia foriera di un cambiamento. Di più: la complessità di questo momento storico sembra rendere ancora più difficile interpretarli nel segno della fede e sembra rendere urgente la necessità di una profezia che ci aiuti a leggere i segni dei tempi. Dovremmo essere forse più attenti ai segni di profezia percependone l’urgenza: forse perché non sappiamo (o non vogliamo) giudicare ciò che è giusto? cf. Lc 12,17). La Scrittura stessa, del resto, rappresenta i momenti di decadenza come epoche di assenza di profezia (Sal 74,9). Ne saremo certo giudicati noi stessi. Ma nello stesso tempo siamo forse più attenti a quanto certi millenarismi siano segnati da profonda ambiguità: da una parte rischiano di rendere esenti da una responsabilità attiva e positiva sul presente, dall’altra si prestano a una lettura troppo semplicistica, quando non fondamentalista della realtà.

Eppure non si può ignorare la rilevanza di questa imminenza per la nostra fede e per la nostra testimonianza cristiana in questo tempo e per questo e perciò è importante attendere e disporci ad aprire la porta al Signore che viene. Attesa di una visita da intendere non tanto in termini cronologici, quanto piuttosto in una dimensione esistenziale. Il Signore bussa, il Signore viene di continuo a farsi presente nel nostro vivere, e per questo siamo chiamati a chiederci se noi siamo adeguati e preparati ad accogliere la sua visita. Essa suona come un avvertimento sul rischio sempre attuale di non essere pronti e nello stesso tempo come un incoraggiamento ad aprire quella porta con fiducia: perché essa è per noi motivo di misurarci con la Parola del Veniente, di sottoporci al suo giudizio con serietà e disponibilità, e nello stesso tempo deve essere fondamento di una speranza che non deluda. Il Messia viene a bussare anche alla nostra porta per condividere con noi fatiche e gioie (cenerà con noi!) di un incontro che ci renda capaci di guardare alle nostre responsabilità senza pretese o illusioni miracolistiche o di onnipotenza, ma nello stesso tempo nella speranza teologale che, nel modo che solo Dio conosce, il bene è più forte del male, e che solo l’amore di Dio può liberarci dal male facendoci capaci del bene e della giustizia.

Per questo nelle domeniche di Avvento proporremo alcuni testi biblici che ci aiutino ad attendere la visita del Messia.

 

Gli incontri si svolgeranno come di consueto nei pomeriggi delle domenica in duplice modalità: in presenza (nei limiti e con le regole prescritte dalle norme sanitarie vigenti) e on line con le modalità che verranno annunciate anche sul nostro sito internet.

ecco i dati per il collegamento on-line:

lectio avvento
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... il santo Concilio esorta con ardore e insistenza tutti i fedeli,
(...) ad apprendere « la sublime scienza di Gesù Cristo » (Fil 3,8)
con la frequente lettura delle divine Scritture.
« L'ignoranza delle Scritture, infatti, è ignoranza di Cristo ».
Si accostino essi volentieri al sacro testo,
sia per mezzo della sacra liturgia,
che è impregnata di parole divine, sia mediante la pia lettura,
sia per mezzo delle iniziative adatte a tale scopo e di altri sussidi,
che con l'approvazione e a cura dei pastori della Chiesa,
lodevolmente oggi si diffondono ovunque.
Si ricordino però che la lettura della sacra Scrittura
dev'essere accompagnata dalla preghiera,
affinché si stabilisca il dialogo tra Dio e l'uomo;
poiché «quando preghiamo, parliamo con lui;
lui ascoltiamo, quando leggiamo gli oracoli divini ».

Concilio Vaticano II, Dei Verbum, 25